Linee-guida fondamentali

dialogo di bohm

Il dialogo bohmiano, così come viene praticato dal nostro gruppo, richiede che si osservino le seguenti linee-guida.

1. Autenticità biografica

In ogni tuo intervento cura di:

  • esprimere con precisione il tuo assunto e i sentimenti ad esso collegati;
  • spiegare i bisogni soddisfatti o insoddisfatti che stanno all’origine di quei sentimenti;
  • avvalorare l’assunto, quando possibile, con riferimenti biografici personali;
  • testimoniare senza paura e senza reticenze le tue convinzioni profonde, la tua visione del mondo e i tuoi vissuti, anche se in contrasto con quelli di altri;
  • osservare i principi della comunicazione non violenta evitando di contrapporti in modo confutativo agli assunti degli altri, ma esprimendoti lo stesso in modo schietto e diretto (assertivo).

2. Ascolto attivo biografico-solidale

  • Mentre ascolti tieni ferma l’intenzione di non giudicare e sforzati di arrivare a percepire con chiarezza il vissuto reale  che l’altro sta cercando di comunicare.
  • Non accontentarti di immaginare ciò che l’altro intende dire ma cerca sempre una conferma di ciò che ti sembra di aver compreso. Puoi farlo con frasi del tipo: “Dimmi se ho capito bene, stai dicendo che…?”
  • Verifica che non ci siano malintesi sul significato delle parole. Spesso le persone hanno concetti diversi di cose astratte come l’io, la libertà, la giustizia. Crediamo di parlare delle stesse cose ma non è così, e questo falsa la comunicazione.
  • Se necessario, aiuta con grande tatto l’altro a esplorare gli assunti fondamentali impliciti nel suo intervento, il suo vissuto emotivo, e soprattutto i bisogni soddisfatti o insoddisfatti che vi sono collegati. Puoi fare domande del tipo: “Quindi tu sei convinto che…?”, “Quindi non ti piace che le cose vadano così?”, “Vuoi dire che hai bisogno di…?”, ecc. Evita però di risultare pedante e di bloccare il flusso collettivo dei pensieri con troppe domande.
  • Considera ogni assunto in relazione al retaggio culturale e all’esperienza di vita di chi parla.
  • Dai  empatia sia attraverso le parole (“Mi sembra di capire che per te questa cosa ha grande valore”, “Devi avere sofferto”, ecc.) sia attraverso lo sguardo e l’espressione del viso. Questo tiene aperta la possibilità di un dialogo anche in presenza di posizioni irriducibilmente contrarie.
  • Fai attenzione ad eventuali segnali del linguaggio non verbale da parte sia di chi parla che di chi ascolta: un cambiamento nel tono o nel volume della voce, nella velocità dell’eloquio, un cambio di postura o di espressione del viso, un segno di nervosismo, di distrazione, ecc. A volte questi segnali indicano la presenza di retropensieri, associazioni o impulsi reattivi che può essere utile portare alla luce. Di solito è sufficiente invitare con garbo l’interessato ad esprimere liberamente quello che gli è appena passato per la mente.

3. Rallentamento del pensiero

  • Mentre ascolti non cercare di stabilire subito qual è la tua posizione riguardo a ciò che l’altro dice, se è credibile o no, se sei d’accordo o no.
  • Evita di ribattere d’impulso la prima cosa che ti viene in mente, fai un paio di respiri profondi  prima di prendere la parola.
  • Per tutta la durata del dialogo, sforzati di sospendere ogni tipo di risposta reattiva del “pensiero automatico” (S1) tenendo continuamente desta l’attenzione critica del “pensiero lento” (S2).

4. Auto-riflessione bohmiana

Sfrutta la condizione ottenuta con il rallentamento del pensiero per darti modo di osservare con attenzione cosa accade dentro di te mentre ascolti gli altri: tutte le eventuali modificazioni del tuo stato fisico (posture, nervosismi, ecc.), emozionale (eccitazione, noia, chiusura, sdegno, ecc.) e mentale (rifiuto, distrazione, impulso a ribattere, ecc.). Annotale per non dimenticartene mentre finisci di ascoltare chi sta parlando e cerca in un secondo momento di capire da quali tuoi assunti fondamentali siano state determinate, da quali bisogni soddisfatti o insoddisfatti, e da quali correlati biografici. Tieni presente che spesso è proprio dall’osservazione delle tue reazioni all’ascolto, che puoi scoprire di avere determinati assunti fondamentali. Condividi con il gruppo i risultati di queste tue riflessioni oppure, ancora meglio, rendi partecipi gli altri del tuo dialogo interiore, se è il tuo turno, riflettendo senza fretta direttamente ad alta voce (torna al punto 1).

5. Osservazione del flusso di pensiero

Oltre al tuo personale flusso di pensieri, presta attenzione anche al libero fluire del pensiero che attraversa il gruppo nel suo complesso, osserva come le idee passino da una persona all’altra e si modifichino ad ogni passaggio. Cogli le somiglianze e soprattutto le differenze, enormi o sottili che siano, tra le varie visioni emerse sullo stesso tema nel corso del dialogo. Sforzati di tenerle tutte insieme una accanto all’altra, ben distinte tra loro e tutte ugualmente sospese davanti agli occhi della mente, perché questo è un potente stimolo creativo. Sii pronto ad accogliere con gratitudine qualsiasi tua nuova apertura cognitiva, o intuizione, o immaginazione frutto del processo collettivo e condividile con gli altri.  Verifica con loro se dal dialogo  sia emerso qualche nuovo significato condiviso.

Non devi temere che seguendo queste linee-guida il dialogo risulti poco spontaneo, perché in realtà è precisamente quello che si cerca di ottenere: eliminare la spontanea reattività del pensiero automatico veloce (S1). Ciò che si perde in fluidità della conversazione lo si guadagna in autocoscienza, autenticità e creatività.

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